di Monica Caboni
Due settimane fa il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto clima. Come al solito arrivo in ritardo ma ho deciso di parlarne anche io concentrandomi però solo sui due articoli legati alla mobilità:
art. 2 – Misure per incentivare la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane
art. 3 – Disposizioni per la promozione del trasporto scolastico sostenibile
Il cambiamento climatico è reale.La sfida è avvincente.E più a lungo aspettiamo,più difficile sarà risolvere il problema.– John Forbes Kerrytings.
Questo decreto, a detta del ministro dell’ambiente Costa che l’ha proposto, è nato con un senso di urgenza, per rispondere a tutte quelle persone che tramite le manifestazioni e richieste quotidiane chiedono al governo di compiere azioni concrete per salvare il pianeta.
Un primo passo insomma, che segna l’inizio di un percorso che proseguirà con una serie di altre norme volte alla tutela dell’ambiente e al contrasto dei cambiamenti climatici.
Dopo aver letto tutto il decreto, l’ho trovato inadeguato all’emergenza climatica in atto.
Il ministro Costa ha anche pubblicato un video sulla sua pagina Facebook in cui fornisce delle spiegazioni aggiuntive. Ti invito a guardarlo e ti lascio il link alla fine dell’articolo.
Partiamo dall’articolo 2:
Misure per incentivare la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane
L’obiettivo è quello di ridurre i gas climalteranti immessi in ambiente invogliando il cittadino a non avere più un’auto di proprietà privata.
In pratica ogni cittadino riceverà un “buono mobilità” di 1500 euro per ogni autovettura rottamata e 500 euro per ogni motociclo rottamato entro il 31/12/2021. Questo bonus si potrà utilizzare entro i successivi tre anni, per l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale, nonché di biciclette anche a pedalata assistita (i monopattini elettrici vengono esclusi).
Requisiti per ricevere il bonus:
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il cittadino deve essere residente in un comune italiano interessato dalle procedure di infrazione per il superamento dei limiti delle emissioni.
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le auto da rottamare devono essere omologate fino alla classe Euro 3 e i motocicli devono essere omologati fino alla classe Euro 2 ed Euro 3 a due tempi.
Altra informazione importante: il “buono mobilità” non costituisce reddito imponibile del beneficiario e non va utilizzato nel calcolo dell’ISEE.
Ma con quali soldi verranno coperti questi finanziamenti?
È una domanda lecita dato che spesso in Italia non ci sono soldi.
Per il “programma sperimentale buono mobilità” sono previsti finanziamenti per 255 milioni di euro così ripartiti:
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5 milioni di euro per l’anno 2019
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70 milioni di euro per l’anno 2020
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70 milioni di euro per l’anno 2021
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55 milioni di euro per l’anno 2022
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45 milioni di euro per l’anno 2023
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10 milioni di euro per l’anno 2024
Altri 40 milioni di euro verranno spesi per finanziare progetti per la creazione, il prolungamento e l’ammodernamento e la messa a norma di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale.
La copertura di questi finanziamenti arriverà dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO2 destinata al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, versata dal GSE ad apposito capitolo del bilancio dello Stato.
Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) è una società incaricata dallo Stato alla promozione dello sviluppo sostenibile attraverso la gestione delle incentivazioni che riguardano il settore energetico.
Perché non sono stati inseriti finanziamenti per la costruzione e l’ampliamento delle piste ciclabili? Perché, come dice il ministro Costa nel video, esiste già un decreto che le finanzia. Non sono riuscita ad individuare quale ma appena la trovo aggiorno l’articolo con tutti i dettagli.
Perché l’articolo 2 non mi è piaciuto?
Condivido pienamente il fatto che sia necessario utilizzare meno le automobili ma, a mio parere non è così che si convertiranno le persone.
Dobbiamo iniziare a progettare le nostre città in modo tale che ci rendano indipendenti dalle auto e automaticamente i cittadini non ne sentiranno più il bisogno. Oggi come oggi l’automobile è una necessità perché i mezzi pubblici non soddisfano appieno le nostre esigenze.
Ore di ritardo, orari incompatibili con quelli lavorativi e molto spesso è necessario cambiare più mezzi per raggiungere il posto desiderato. Per non parlare del fatto che capita anche che i mezzi siano sovraffollati nelle ore di punta e siamo costretti a rimanere in piedi schiacciati come sardine mentre l’autista frena bruscamente con il pericolo di cadere. Dobbiamo ammettere però che ci sono città più organizzate di altre e dove i mezzi pubblici funzionano meglio, ma se vogliamo parlare di mobilità che sia realmente sostenibile dobbiamo risolvere il problema alla radice.
L’altro giorno un mio amico (ciao Gianluca =) ), ha inviato in un gruppo WhatsApp che abbiamo in comune, uno spezzone del programma Rai Presadiretta intitolato “Oslo, la prima capitale al mondo senza macchine”.
Questo esempio rappresenta perfettamente la mia idea di mobilità sostenibile in una città più sostenibile: meno auto e quelle che circolano possibilmente in car sharing, bike sharing e tanti pedoni. In quattro anni la città di Oslo è stata modificata a misura di pedoni e ciclisti. Hanno allargato i marciapiedi (pensa che sollievo per una persona con disabilità o per un genitore con il passeggino poter passare nei marciapiedi senza difficoltà) e aumentato gli spazi verdi. Trovi il link al video alla fine dell’articolo.
Inizialmente i cittadini non erano contenti ma adesso che le cose funzionano, tutti si sono adeguati al cambiamento. Inoltre, grazie a questo tipo di politica, la città norvegese ha avuto il riconoscimento di Capitale Verde d’Europa 2019.
Bene, adesso passiamo all’articolo 3:
Disposizioni per la promozione del trasporto scolastico sostenibile
Per questo progetto sono previsti 20 milioni di euro in totale da stanziare nel 2020 e nel 2021.
I finanziamenti andranno ad incentivare progetti sperimentali per la realizzazione del servizio di trasporto scolastico per i bambini della scuola dell’infanzia e per gli alunni delle scuole statali del primo ciclo di istruzione. I mezzi di trasporto dovranno essere necessariamente ibridi o elettrici.
Anche in questo caso la copertura arriverà dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO2 versati dal GSE e i comuni che potranno usufruire di questi finanziamenti saranno quelli interessati dalle procedure di infrazione per il superamento dei limiti delle emissioni.
L’articolo 3, invece, l’ho apprezzato. Trovo una bella iniziativa incentivare il trasporto pubblico dedicato ai piccoli studenti.
A Bologna esiste già un esempio virtuoso che segue questa filosofia: la Scuola Primaria “Mario Longhena” in cui i bambini arrivano a scuola in autobus che attraversa alcune zone della città. L’ho scoperta la settimana scorsa grazie alla mia amica Angelita e se ti ho incuriosito ti invito a visitare il loro sito (link a fine articolo)
Un altro dubbio che sorge leggendo questo decreto è: perché non sono stati inseriti i tagli ai finanziamenti ai combustibili fossili?
Prima di tutto è impensabile eliminarli tutti da un giorno all’altro. Leggendo il catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, constatiamo che eliminandoli il prezzo dell’energia prodotta attraverso combustibili fossili e quello dei carburanti si alzerebbe tantissimo. Di conseguenza molte persone non riuscrirebbero a pagare le bollette, ad utilizzare l’automobile per andare a lavoro o a pagare il prezzo del biglietto dei mezzi tradizionali e al momento non c’è un’alternativa valida.
Questi tagli però sono necessari se vogliamo aumentare la quota di rinnovabili e di sistemi d’accumulo. Andranno fatti gradualmente, anche per evitare che si scateni una rivoluzione come quella fatta dei Gilet Gialli in Francia.
Il Ministro Costa ha dichiarato che dei tagli ai combustibili fossili sono stati inseriti nella prossima legge di stabilità e a noi, per ora, non ci resta che aspettare.
Fammi sapere nei commenti qui o sui social cosa ne pensi di questo decreto, se lo ritieni un buon punto di partenza o se si poteva fare di più.
FONTI
Testo del decreto:
Video Facebook del ministro Sergio Costa: https://www.facebook.com/SergioCostaMinistroAmbiente/videos/879893225744532/
Sito del GSE:
Oslo, la prima capitale al mondo senza macchine – Presadiretta 30/09/2019
Sito non ufficiale della Scuola Primaria “Mario Longhena” di Bologna
CATALOGODEI SUSSIDI AMBIENTALMENTE DANNOSI E DEI SUSSIDI AMBIENTALMENTE FAVOREVOLI
Pienamente d’accordo sull’articolo 2. Nessuno baratterà la propria auto con degli abbonamenti ai mezzi, specie se questi sono inadeguati. Ho vissuto in Germania per molti anni senz’auto e non ne ho mai sentito la reale necessità. I prezzi non sono economicissimi, ma con un solo abbonamento si viaggia su tutta la rete, indifferente se si prende bus, tram o metro, nel perimetro della città e delle cittadine satelliti e alla sera e nel fine settimana l’abbonamento consente di far viaggiare il resto della famiglia. I mezzi viaggiano giorno e notte, il che riduce anche la probabilità che qualcuno guidi in stato d’ebbrezza. In più, le grandi città hanno piste ciclabili e aree pedonali. È chiaro che così si è più invogliati a non muovere un’auto. Non ci si crede alla differenza di traffico fra Berlino e Roma.
Altri paesi europei ci stanno lavorando. In Spagna i mezzi pubblici non sono buoni come in Germania, ma offrono comunque una buona alternativa per gli spostamenti ed in compenso stanno avendo molto successo le auto ibride, per le quali stanno sorgendo colonnine di ricarica un po’ovunque.
Ciao Alessio grazie per aver raccontato la tua esperienza =). La situazione della Germania, per quanto riguarda la mobilità e i mezzi pubblici, è da prendere come esempio!