di Martina Saiu
Questo è il primo articolo del 2020, un anno importante dal punto di vista della sostenibilità e dei traguardi da raggiungere, sia da parte dei Paesi del mondo, sia da parte delle aziende più nello specifico. Oggi è il 7 gennaio e solitamente si attribuisce a questa data il rientro dalle ferie e la ripresa della routine quotidiana, con annessi “buoni propositi per l’anno nuovo”.
“Se niente importa, non c’è niente da salvare”
J. Safran Foer
“Proviamoci, almeno non saremo complici”
L. Mercalli
Quali propositi?
Ma perché quest’anno oltre ai tuoi obiettivi personali, non aggiungi anche qualche buon proposito che aiuti anche il pianeta e che magari coinvolga tutta la tua famiglia? Non voglio spaventarti, ciò su cui ti chiedo di riflettere sono piccoli gesti, che fatti da ognuno di noi costantemente possono contribuire a rendere più sostenibile la vita sul nostro pianeta. Perciò stai tranquillo/a, ci sono possibilità per tutte le tasche che spesso correggono semplicemente abitudini sbagliate, dunque qualcosa su cui lavorare dall’interno di noi stessi.
Riduci – riusa – ricicla – ripara
Prima di tutto, inizia a focalizzarti su queste 4 parole chiave, che saranno il leit motiv di tutto l’articolo, e osserva come puoi applicarle agli ambiti della quotidianità.
Ridurre significa eliminare a monte un problema, dunque avere qualcosa in meno da buttare o da tenere in casa senza farne un utilizzo concreto.
Riusare dà spesso l’idea di qualcosa di “vecchio” che si vuole utilizzare per forza, ma puoi vederla in chiave diversa: infatti, il riuso può essere attribuito anche a qualcun altro o può significare una nuova vita per il prodotto di cui inizialmente pensavi di disfarti.
Riciclare non è scontato, si tende a volte a pensare che differenziare sia una perdita di tempo, ma pensa a quanto è importante ricavare un nuovo prodotto da ciò che tu pensavi fosse solo un rifiuto.
Riparare, questo verbo sconosciuto! Quante volte hai detto: “per quello che costa ripararlo, faccio prima a comprarlo nuovo”? Purtroppo spesso è così, però ti invito a valutare sempre questa possibilità prima di decretare la fine del tuo oggetto/dispositivo/capo d’abbigliamento.
Vediamo insieme qualche spunto di riflessione.
Cibo e bevande
Per iniziare, cito un dato (1): in Italia, consumiamo circa 221 litri di acqua in bottiglia a testa all’anno. Un’enormità non trovi? È come se ognuno di noi smaltisse ogni anno 110 bottiglie di plastica da 2 litri e facendo un veloce calcolo la mia famiglia di 3 persone, che consumava circa 6 bottiglie da 2 litri a settimana, stava producendo ogni anno più di 300 bottiglie!
Oltre all’aspetto ambientale di questo fatto, ho considerato quello economico (circa 160 € di acqua da bere all’anno) e quello fisico (la fatica di trasportare l’acqua su per le scale), e ho così deciso di acquistare la caraffa filtrante, dato che l’acqua è potabile dove mi trovo, ma con un gusto leggermente “pesante”.
In questo modo ho contribuito ad abbattere drasticamente il mio consumo di plastica, ho risparmiato più della metà rispetto al costo iniziale (in quanto ho acquistato 12 filtri a circa 45 € e il prezzo dell’acqua nella mia bolletta è di circa 50 centesimi a metro cubo, dunque posso ipotizzare un incremento dei consumi di 700 litri arrotondando per eccesso, perciò la spesa aggiuntiva per l’acqua è quasi irrilevante, perché comunque inferiore al metro cubo) e posso prendere l’acqua direttamente dal rubinetto senza sforzi per trasportarla.
Dopo l’acqua, forse ciò che non può mancare in casa è senz’altro il caffè; anche in questo caso parto dalla mia esperienza. Il mio piccolo gesto è stato sostituire la macchinetta a capsule, con una che supporta sia le cialde compostabili, sia il caffè macinato per espresso. Posto il fatto che ho anche a disposizione la moka, per fare un solo caffè preferisco la macchinetta, ma con le capsule producevo ogni giorno un rifiuto indifferenziato, perché non potevo separare completamente il caffè dalla plastica, e inoltre sostenevo un costo di circa 20 centesimi a caffè, che rapportato al costo del singolo caffè della moka, circa 12 centesimi, è quasi il doppio (2). Il costo del caffè prodotto con la mia nuova macchinetta è più o meno simile a quello della moka; c’è da dire che ho sostenuto il costo iniziale dell’acquisto (ho sfruttato un offerta per il black friday), però a mio giudizio ne varrà la pena sul lungo periodo.
Acqua e caffè possono essere più sostenibili anche al lavoro o in generale fuori casa. Un piccolo passo potrebbe essere la riduzione dei prodotti usa e getta.
Se hai letto il precedente articolo di Monica, si parlava di portare il proprio bicchierino da caffè al lavoro, al posto di quelli in plastica, in modo da avere sempre con sé la possibilità di bere un buon caffè, ma senza produrre alcun rifiuto. Infatti, potresti applicare questa filosofia avendo con te anche un cucchiaino personale, oppure, cambiando bevanda, avere l’acqua sempre con te in una borraccia in acciaio o in vetro (ne esistono di tanti formati e per tutte le esigenze, anche con funzione di thermos), o ancora portare una cannuccia personale, riutilizzabile in qualsiasi momento.
Per quanto riguarda il cibo, potresti pensare di ridurre i tuoi acquisti perché hai già in casa ciò che ti serve: hai mai pensato di realizzare un orto in casa? Ci sono buone possibilità anche per chi vive in appartamento, per esempio con il giardino verticale, con tanti piccoli vasi di aromi o ortaggi. Se invece disponi di spazi più ampi e del tempo da dedicare, puoi anche valutare l’idea di allevare delle galline per ottenere ogni giorno delle freschissime uova (se questo non fosse possibile, puoi comunque optare per acquisti a km zero da persone fidate che ne possiedono). Ma ci sono anche altre possibilità che non coinvolgono direttamente la tua abitazione, come l’adozione di un albero; puoi scegliere la tipologia e seguire nel corso degli anni la sua crescita, per poi coglierne i frutti nel giusto periodo.
No agli sprechi
In generale, un buon proposito che tutti dovremmo attuare quando possibile è la riduzione degli sprechi. Per esempio, l’uso della carta a volte può risultare superfluo: alcune aziende stanno attuando una politica di risparmio non allegando più la nota di consegna cartacea al pacco in seguito a un ordine, preferendo inviarla online; oppure i gestori di servizi internet o telefonici ti danno la possibilità di scegliere di ricevere la fattura online piuttosto che cartacea. Questi sono solo alcuni esempi, ma anche tu nel tuo piccolo puoi scegliere di stampare meno carta (per esempio sfruttando la funzione fronte/retro o scegliendo di ridurre il carattere di scrittura) o non stamparne del tutto (leggere su un dispositivo elettronico può essere una soluzione, ma se lo trovi fastidioso puoi comunque stampare solo ciò che effettivamente ti serve).
Un altro esempio di spreco in casa è l’acqua. Quelli che ti citerò sono piccoli accorgimenti, ma sul lungo periodo possono fare la differenza: per esempio, quando ti lavi i denti, chiudi il rubinetto mentre li spazzoli; se possiedi l’asciugatrice, puoi raccogliere l’acqua prodotta al termine del ciclo di asciugatura e riutilizzarla (a me capita di aggiungerla a quella per lavare i pavimenti o adoperarla per lavare qualche indumento a mano, inoltre è ottima per il ferro da stiro); allo stesso modo puoi raccogliere anche l’acqua frutto della condensa del condizionatore d’aria se il tubo scarica in una zona a te accessibile.
Per quanto riguarda i capi di abbigliamento e le scarpe, se non ti dovessero più andar bene o semplicemente non hai più piacere a indossarli, prima di pensare direttamente a sbarazzartene, puoi verificare se si possano riparare o dare loro nuova vita (banalmente riscoprire il lavoro del calzolaio, che in alcuni casi può riportare le scarpe come nuove, oppure trasformare gli abiti che non usi più in accessori moda, come foulard o cravatte); se invece si parla solo di piccoli lavori, una sarta può fare al caso tuo per fare delle modifiche e cercare di aggiustarli secondo il tuo gusto.
Cura della persona
I piccoli gesti di cui ti parlerò ora riguardano le nostre abitudini quotidiane e sono volti a ridurre la produzione di rifiuti indifferenziati. Vediamo qualche suggerimento.
- Lo spazzolino. Se ci pensi, il classico spazzolino dopo circa 3 mesi di utilizzo diventerà un rifiuto indifferenziato, perché al contrario del pensiero comune, quel tipo di plastica non rientra nella tipologia riciclabile e inoltre ci sono le setole (non riciclabili). Potresti pensare allo spazzolino elettrico oppure agli spazzolini con testina intercambiabile; in entrambi i casi, non butterai lo spazzolino vero e proprio, e produrrai “solo” il rifiuto della testina. Un’alternativa più sostenibile è quella dello spazzolino in bamboo, che come materiale è biodegradabile, dunque al termine del suo ciclo di vita finirà nell’organico; in questo caso, dovrai tagliare via le setole e buttarle nell’indifferenziato, ma il rifiuto prodotto è sensibilmente inferiore.
- Le salviette. Se possibile, scegli quelle compostabili, che dunque puoi smaltire nell’organico; nell’utilizzo quotidiano, per esempio nel cambio del pannolino se hai figli, ti accorgerai di quanti rifiuti in meno potresti produrre.
- Il make-up. Se ti piace truccarti, avrai buttato nella tua vita diverse confezioni di ombretto, blush, mascara, ecc. Se invece, partendo dalla stessa confezione, avessi potuto semplicemente ricaricare il prodotto e riprenderne l’utilizzo come nuovo, quanti rifiuti non avresti prodotto? Tanti. È il vantaggio del sistema re-fill, che ti permette di acquistare il trucco sfuso, e sono diverse le aziende di cosmesi che tengono particolarmente a questo aspetto.
In viaggio
Quali sono le tue abitudini di viaggio? A me piace organizzare tutto con calma, per evitare di dimenticare qualcosa! Ti cito qualche esempio.
- Per quanto riguarda l’igiene personale, spesso mi capita di portare i miei prodotti preferiti dentro dei flaconi in plastica di dimensioni ridotte, in modo che siano compatibili con gli spazi della valigia e soprattutto con i limiti imposti dal bagaglio a mano, se si parla di aereo. Un piccolo accorgimento ed un mio proposito personale per il futuro, è quello di evitare i prodotti liquidi, optando per quelli solidi, come deodoranti, saponette, shampoo; in questo modo non ci sarebbero perdite indesiderate, avresti una soluzione più duratura nel tempo e più economica, oltre al fatto che non avresti trasportato alcun tipo di plastica.
- Prima di partire, controlli il frigo? Io, in vista di una partenza, cerco di consumare tutti i prodotti freschi o che hanno una scadenza prossima, mentre nel caso in cui non sia possibile, scelgo di congelare, in modo da non dovermi trovare a buttare alimenti al mio rientro.
- Che tipo di mezzi di trasporto scegli? Gli isolani come me, hanno solo due opzioni se vogliono arrivare nel resto d’Italia o all’estero: la nave o l’aereo. Come già detto da Monica in alcune storie su Instagram, che riguardavano l’incontro con Luca Mercalli, l’aereo è un mezzo di trasporto molto inquinante ed è poco consono utilizzarlo per motivi “futili”. Se mi trovassi nella penisola, mi piacerebbe optare per il treno, non solo per l’aspetto ambientale, ma anche per il fascino di guardare fuori dal finestrino e la possibilità di portare ciò che voglio, senza le limitazioni dell’aereo. Anche per gli spostamenti cittadini, se mi trovassi in una grande città, lascerei senz’altro l’auto parcheggiata a casa e opterei per il bus, oltre al fatto che avendo tempo e voglia, potrei anche andare a piedi o in bicicletta. Ti invito a riflettere su questi aspetti, per capire se c’è qualche cosa, anche piccola, che puoi cambiare nelle tue abitudini di viaggio.
In quest’ultimo paragrafo, vorrei darti degli spunti su delle aziende che secondo me hanno fatto delle scelte sostenibili.
- Se hai dei figli, ti sarai imbattuto nella marea di giocattoli ricevuti come regali di Natale o di compleanno, e ti sarai trovato tu stesso a pensare al giocattolo più adatto, sperando che non finisca nel dimenticatoio troppo presto. Tramite Instagram, sono venuta a conoscenza del Club dei giocattoli, un servizio di toy sharing che consente di noleggiare i giocattoli per un determinato periodo di tempo, consentendo al termine del periodo di noleggio sia l’acquisto se il giocattolo è stato gradito, sia la restituzione in caso contrario. Questo è un modo diverso di concepire il giocattolo, perché è perfettamente in linea con il concetto di economia circolare, consente ai bambini di responsabilizzarli su un giocattolo che ancora non è loro e di farne apprezzare loro il valore.
- Ci sono poi catene di negozi di abbigliamento che consentono di consegnare abiti usati a fronte di un buono spesa, è il caso per esempio di OVS, ma ce ne sono tante altre. Anche questo è un piccolo passo per cercare di favorire la circolarità a discapito della linearità che vorrebbe i prodotti semplicemente utilizzati e poi buttati.
- Infine, ti invito a dare un’occhiata ad una pagina del sito di Brita (3), l’azienda dalla quale ho comprato la caraffa filtrante, perché c’è un simpatico test con il quale puoi capire quanta plastica hai evitato di acquistare (e dunque buttare) utilizzando la caraffa e quanta CO2 in meno hai prodotto (ti lascio il link nelle fonti).
Conclusioni
Per rimanere in tema con le citazioni iniziali, vorrei lasciarti con due letture a tema proprio di questi due autori, che ti faranno riflettere su questi piccoli gesti in chiave più ampia e saranno anche alcuni dei miei libri da leggere per il 2020.
- “Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi” di Johnatan Safran Foer.
- “Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali” di Luca Mercalli.
P.S. il libro in di Johnatan Safran Foer esiste anche in versione audio su audible.it!
Ringrazio Monica, con la quale mi sono confrontata su alcune idee di questo articolo e che mi ha fornito spunti interessanti: sempre preziosa!
Fammi sapere attraverso i commenti nel blog e sui social se hai anche tu dei buoni propositi per il 2020, se ti riconosci in qualcuno di questi piccoli gesti o se ne hai degli altri da consigliare!
Ci tengo a precisare che i contenuti di questo articolo non sono legati a nessun tipo di operazione commerciale. Le aziende e i prodotti di cui ho scelto di parlare sono stati selezionati di mia iniziativa e in base ai miei gusti e valori. Inoltre, NON sono presenti link di affiliazione.
A presto, Martina.
Fonti
(1) https://ilfattoalimentare.it
(3) https://www.brita.it/esperienza-brita/un-pianeta-piu-sano
Vorrei che almeno metà di questi Buoni Propositi, fossero trasferiti ai nostri figli,
Sarebbe l’inizio di un Vero cambiamento per tutta la nostra Grande Terra
….. Bell’articolo
Un bell’invito per le nuove generazioni che speriamo venga colto, grazie da parte mia e di Monica 😊
I buoni propositi per il nuovo anno sono davvero tanti, mi piacerebbe che si mettessero in pratica anche solo per un 20% e avremmo già un buon risultato! Complimenti!
Sarebbe bello, speriamo questo sia un inizio, grazie da parte mia e di Monica 😊