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di Monica Caboni

 

Si parla tanto dei cambiamenti climatici a causa dei numerosi disastri e delle catastrofi che negli ultimi anni hanno colpito diverse zone del nostro pianeta. Negli ultimi mesi l’argomento è finito sotto i riflettori anche grazie alle proteste e manifestazioniproposte da Greta Thunberg per il clima.

Fino ad una decina di anni fa avevamo una scansione ben precisa delle stagioni mentre oggi questa suddivisione rappresenta sempre più un’incognita. Sappiamo che la causa sono proprio loro: i cambiamenti climatici. Ce lo hanno detto gli scienziati. Il 99% di loro concorda sul fatto che le cause sono imputabili alle attività dell’uomo. Eppure, nel 2019 c’è chi ancora li nega o chi vuole dimostrare a tutti i costi che la colpa non è nostra.

Nell’articolo di oggi ho deciso di parlarti del documentario “Punto di non ritorno” (Before the Flood in lingua originale) della National Geographic uscito nel 2016 che affronta appunto il tema dei cambiamenti climatici.

C’ERA DAVVERO BISOGNO DI UN DOCUMENTARIO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO?

I documentari nascono per informare, per raccontare con delle immagini ma alcuni hanno anche l’obiettivo di sensibilizzare e questo è uno di quelli. Dato il forte negazionismo presente negli Stati Uniti aveva anche lo scopo di raggiungere un pubblico molto vasto e contrastare la disinformazione.

Il nostro obiettivo deve essere quello di lasciare il pianeta in condizioni migliori di come lo abbiamo trovato e al momento non ci stiamo riuscendo

I cambiamenti climatici sono un problema reale che ha bisogno di azioni concrete e a raccontarcelo è proprio lui: Leonardo di Caprio, voce narrante di tutto il documentario. Chi lo segue sui social sa già quanto si batta per le cause ambientali e per questo motivo è stato eletto dall’Onu “ambasciatore di pace” contro i cambiamenti climatici.

CONTENUTI

Sono presenti numerose interviste a personaggi politici, scienziati, inventori e persone influenti da diverse parti del mondo che negli anni si sono mossi attivamente per contrastare i cambiamenti climatici e cercare soluzioni.

I tweet di Donald Trump sul tema facevano tremare gli scienziati ancora prima della sua elezione a presidente degli Stati Uniti. Ma i negazionisti dell’aumento medio delle temperature o delle responsabilità dell’Uomo ci sono sempre stati anche di fronte alleevidenze scientifiche. Perché? Principalmente per convenienze economiche, ma non voglio spoilerarti altro.

Tra le cause vengono affrontate anche le emissioni prodotte dagli allevamenti intensivi di bestiame e non mancano idee e possibili soluzioni per affrontare i problemi che ci riserveranno i prossimi anni. Alcuni esempi? In ambito legislativo viene proposto unaumento delle tasse su tutte quelle attività che producono molta CO2 in contrapposizione alla diminuzione sulle attività più ecologiche, in ambito civile vengono proposte modifiche sostanziali alle infrastrutture, per evitare che le città vengano sommerse dalle acque a causa dell’innalzamento del mare, e così via.

CAMBIAMENTI CLIMATICI ED ENERGIA

Quello su cui mi voglio soffermare, ed è anche il motivo per cui ti consiglio di guardare questo documentario, è il legame tra cambiamenti climatici ed energia.

Viene mostrato come la nostra economia si basa ancora sui combustibili fossili come ilcarbone, il petrolio e i gas naturali. Il petrolio viene utilizzato per i trasporti mentre i restanti principalmente per la produzione di elettricità.

Purtroppo, per sostenere i ritmi di vita sempre più energivori abbiamo utilizzato metodologie di estrazione di queste materie prime estremamente dannose per l’ambiente e per gli esseri viventi, che per di più sono altamente inquinanti quando vengono utilizzate.

RINNOVABILI E SISTEMI D’ACCUMULO

Ogni giorno si parla sempre di più di rinnovabili e di come possiamo produrre energia pulita, ma il dibattito non è semplice. Infatti, la loro integrazione nel sistema elettrico è ancora problematica. Le rinnovabili sono estremamente inaffidabili o meglio, in gergo tecnico, vengono definite fonti di energia non programmabili, perché non abbiamo la certezza di quando e qua

nto potranno produrre, pur essendo di fondamentale importanza nell’ottica dellosviluppo sostenibileAlcuni Paesi, come Germania Danimarca, fanno un largo uso di fonti rinnovabili per soddisfare il loro fabbisogno energetico e la Svezia punta a diventare la prima Nazione che non userà più combustibili fossili.

Per poter sfruttare l’energia prodotta dalle rinnovabili anche nelle ore notturne ad esempio, una delle possibili soluzioni è quella proposta da Elon Musk: l’utilizzo disistemi di accumulo e nello specifico di batterie. L’obiettivo di Elon Musk è quello diridurre il costo delle batterie in modo tale che chiunque le possa comprare. In questo modo anche in un villaggio sperduto i pannelli solari potrebbero caricare le batterie egarantire elettricità alle popolazioni senza la necessità di installare migliaia di km di cavi. Secondo i suoi calcoli, per riuscire in una transizione completa all’energia sostenibile basterebbero 100 Gigafactory per tutto il mondo.

La Cina è tra le nazioni più inquinanti al mondo anche perché l’industria sta producendo per tutti i paesi occidentali (pensa a tutte le cose che abbiamo in casa “made in China”) e fa ancora un largo uso di combustibili fossili ma anche grazie al contributo dei media che affrontano quotidianamente il tema dei cambiamenti climatici e alle richieste della popolazione, il governo si è visto costretto a investire sulle energie rinnovabili.

PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Nei prossimi anni dobbiamo aspettarci un notevole aumento della domanda di energia elettrica perché i paesi in via di sviluppo vogliono raggiungere gli stessistandard dei paesi industrializzati. Affinché questo sia possibile il costo dell’energia elettrica deve necessariamente ridursi.

Per capire cosa può accadere viene presa come esempio l’India, che possiede una vastariserva di carboneaccessibile a basso costo. Il Paese deve affrontare quotidianamente gravi problemi energetici e continui blackout, e circa il 30% delle famiglie indiane non ha ancora accesso all’elettricità. Le famiglie cucinano utilizzando le biomasse, e se decidessero di passare al carbone l’uso dei combustibili fossili aumenterebbe a dismisura creando un problema a livello mondiale.

CONCLUSIONI

Questo documentario è uscito nel 2016 e alcuni dati potrebbero essere cambiati, ma i concetti rimangono ancora attuali.

Oggi puoi guardarlo su Netflix.

Da questo documentario possiamo imparare che i problemi energetici dei Paesi in via di sviluppo ci riguardano più da vicino di quanto pensiamo, possiamo vedere le conseguenze ambientali delle tecniche estrattive dei combustibili fossili e di come abbiamo bisogno dei sistemi di accumulo se vogliamo incrementare la produzione da rinnovabili.

Nonostante gli scioperi, le manifestazioni per il clima e le campagne di sensibilizzazione ritengo che abbiamo ancora tanto bisogno di sensibilizzarci e di responsabilizzarci.

E tu cosa ne pensi? Hai già visto questo documentario?

Fammelo sapere nei commenti sui social.

Al prossimo articolo, Monica.